Da un po' di anni imperversa l'uso di questa parola, che è diventata pure il logo stampato su una collezione di t-shirt di dubbio gusto per quindicenni, di notorietà fugace e dal costo poco interessante, trattandosi della solita Fruit of the Loom rimarchiata (o poco ci manca). Ma il fascino che sprigiona la parola vintage è stato tale da far superare queste ridicole barriere a un sacco di gente. Inoltre quasi ogni categoria di oggetti che rappresentano uno status ha il suo reparto vintage: gli occhiali da sole, le macchine (ma c'è da fare del distinguo), gli elettrodomestici, i mobili, e mi sento di affermare che esiste anche una cultura vintage, un modo di pensare, uno state of mind d'altri tempi. Però ci sono anche altre cose che non possono assolutamente essere vintage: chi andrebbe in giro con un cellulare dalle dimensioni di tre pacchetti di sigarette? Chi potrebbe caricare canzoni su un ipod con un 386? Chi per fare scena si farebbe vedere al volante di una Ritmo? Queste considerazioni sono davvero scontate e banali, ma in una discussione in pubblico (magari con lo Splendido) fanno certamente presa, anche perché sono decisamente inattaccabili, data la loro scarsa originalità.
Parlare di roba vintage consente di commentare in quest'ottica ad esempio l'abbigliamento delle persone che vi stanno intorno, o l'arredamento del locale/salotto/ascensore in cui vi trovate, ecc.. permettendo anche di cambiare facilmente argomento se c'è qualcuno che ne sa più di voi.
Poi c'è la questione di come si pronuncia la parola vintage. In inglese? In francese? In realtà non importa come venga pronunciata, ma è importante usarla riferita all'oggetto giusto, e soprattutto non abusarne. Definire una giacca di velluto con le toppe sui gomiti vintage è ad esempio un abuso, e un favore fatto a chi la indossa. Da non dimenticare inoltre che dopo un po' l'uditorio si scoccia di sentir parlare di roba vecchia, perché nonostante si possa cercare di sostenere che i vinili suonino meglio dell'ipod, in tasca la gente ha un ipod appunto e non un giradischi, e insistendo troppo si passa per un nostalgico degli oggetti retrò, un fanatico del vecchiume, uno squattrinato che campa solo di roba usata.
Parlare di roba vintage consente di commentare in quest'ottica ad esempio l'abbigliamento delle persone che vi stanno intorno, o l'arredamento del locale/salotto/ascensore in cui vi trovate, ecc.. permettendo anche di cambiare facilmente argomento se c'è qualcuno che ne sa più di voi.
Poi c'è la questione di come si pronuncia la parola vintage. In inglese? In francese? In realtà non importa come venga pronunciata, ma è importante usarla riferita all'oggetto giusto, e soprattutto non abusarne. Definire una giacca di velluto con le toppe sui gomiti vintage è ad esempio un abuso, e un favore fatto a chi la indossa. Da non dimenticare inoltre che dopo un po' l'uditorio si scoccia di sentir parlare di roba vecchia, perché nonostante si possa cercare di sostenere che i vinili suonino meglio dell'ipod, in tasca la gente ha un ipod appunto e non un giradischi, e insistendo troppo si passa per un nostalgico degli oggetti retrò, un fanatico del vecchiume, uno squattrinato che campa solo di roba usata.
3 commenti:
Simone aveva scritto:
"A quando un excursus sulla parola avanguardia?"
Noi abbiamo detto che siamo aperti a collaborazioni, se vuoi lasciamo a te il compito di questo excursus suggerito.Che ne dici?
Muahahah! A me piacciono le cose vintage ed è perché in effetti ho l'animo del rigattiere...
A proposito di oggetti di
futurismo vintage (ebbene sì esiste anche questa versione) ho visto una ragazza che invece del classico e ormai banale auricolare, aveva collegato al cellulare una cornetta dei telefoni a ruota!!
La definirei vintage victim...
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